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venerdì 17 maggio 2013
Lavorare a maglia come terapia
Ho appena terminato di leggere questo bel romanzo che narra di donne e di lavoro a maglia.
La protagonista, Mary Baxter, è una donna schiacciata dal dolore per la perdita della figlioletta, a causa di una improvvisa e letale malattia. Su suggerimento della madre comincia a frequentare un club di knitters e piano piano comincia ad apprendere l'abc della maglia. Nello stesso tempo, pur restando chiusa nel suo dolore, comincia a conoscere le vicende delle altre frequentatrici, spesso altrettanto tragiche della sua e, tra il ticchettio dei ferri e il dipanarsi dei gomitoli cominceranno a sciogliersi anche i nodi dell'anima..
Se volete saperne di più ecco la trama - dalla seconda di copertina -
Senza nessuno cui dedicarle, le parole sono vuote e inutili. Come vuota e inutile è ormai la vita di Mary Baxter, una brillante giornalista che ha visto il filo della sua esistenza spezzarsi un maledetto giorno di primavera. Tuttavia, con un matrimonio sull’orlo del fallimento e un lavoro che ha perso ogni significato, Mary sorprende per prima se stessa quando decide di seguire l’unico consiglio che le ha dato la madre per superare il dolore: iscriversi a un corso di lavoro a maglia. Scettica ma allo stesso tempo incuriosita, Mary inizia quindi a frequentare la merceria di Alice – una premurosa e saggia vecchietta – dove cinque donne si ritrovano ogni mercoledì sera per creare sciarpe, maglioni, cappellini e calzini. Così, col passare delle settimane, si instaura un profondo rapporto di intimità e amicizia tra Mary e le componenti del «club», che durante le sedute le raccontano il proprio passato. Come Scarlet, che ha deciso di aprire una panetteria dopo aver perso l’amore; o Beth, madre di quattro figli, che si porta dietro un grande rimpianto; e poi Lulu, Ellen, Harriet, ognuna con la sua storia e i suoi segreti, le gioie e le delusioni, i successi e i fallimenti… E saranno proprio quelle donne e la serenità trasmessa dal lavoro a maglia ad aiutare Mary a capire che è sempre possibile uscire dal guscio in cui ci rinchiudiamo, per aprirci di nuovo alla vita e all’amore.
Qui un intervista con l'autrice Ann Hood e qui un'anteprima del libro.
Mentre procedevo nella lettura mi sono resa conto che è da un sacco di tempo che non prendo in mano un lavoro a maglia...quasi quasi mi sento in colpa! Ma io sono così, vado un po' a periodi, però se trovassi un gruppo di sferruzzatrici vicino a casa..magari mi tornerebbe la voglia!
Buon fine settimana!!
ciao Carmen!
RispondiEliminaCredo che tutte siamo così ...a fasi alterne!
Oggi va il cucito,domani la cucina e dopo il ricamo.
La vita è bella perchè varia,no?
Baci
Cara Carmen, avevo cercato di fare un commento, ma dubito che sia andato a buon fine!!!
RispondiEliminaComunque confermo che è un bel racconto, e credo che tu ti sia sentita coinvolta.
Ciao e buon fine settimana, amica.
Tomaso
lavorare a maglia e all'uncinetto alla fine possono procurare gli stessi effetti no? mi sa che lo devo leggere questo libro :-)
RispondiEliminaRiprenderai, con la maglia...siamo così, si va a tratti! ;) Buon we. Carmen. Un abbraccio. NI
RispondiEliminaGuardando nei vari blog d'oltremanica sono quasi invidiosa di come da loro ci siano tanti posti dove andare a sferruzzare in compagnia e bere un buon cappuccio.Chissà prima o poi indagherò qui a Milano, penso ce ne siano ma non li ho mai cercati! E poi sono pigra a uscire la sera: mi godo la mia famiglia e spesso mi addormento sul divano!
RispondiEliminaCiao
Isabella
Sai, anche per me è passato davvero tanto tempo.
RispondiEliminaE' ora di tirare fuori i ferri!
Grazie per il consiglio e grazie della visita Carmen
Io sono testimone di una realtà simile alla vicenda del romanzo. Vado a scuola di ricamo da tempo e ho incontrato una donna che ha perso in un incidente un figlio di 20 anni. Stando tutte insieme, parlando di tutto sta tornando pian piano ad interessarsi della vita, noi ne siamo tanto orgogliose. Un abbraccio
RispondiEliminaEmi
Avevo sentito parlare di questo
RispondiEliminalibro,picerebbe anche a me avere
un posto dove "sferruzzare in compagnia".
Ciao Carmen, avevo sentito parlare
RispondiEliminadi questo libro,sarebbe bello avere un posto dove sferruzzare insieme.
Buon fine settimana.
anche io avevo allentato, poi da un paio di anni ho almeno due lavori insieme a maglia, uno piu' complicato da fare in casa e l'altro piu' semplice, da portarmi dietro, e comunque fai un passo da Ravelry, un magnifico calderone di gruppi sparsi nel mondo, passa dal Kal from Italy e troverai tanti gruppi che lavorano insieme allo stesso progetto, cambiando mensilmente, ci si aiuta anche a capire schemi in inglese.
RispondiEliminasicuramente un gruppo nella citta' puo' essere piu' stimolante, ma anche online si fanno tante cose
Latrama è un pò triste, ma la funzione terapeutica della creatività,non si discute.Certe volte vorrei anche io avere delle amiche crafters vicino a me, ma sono tutte lontane, xò mi aiutano lo stesso.
RispondiEliminaGrazie per i consigli
Maddalena
Mi sembra affascinante la trama....
RispondiEliminaPenso che senza dubbio fare qualcosa, creare ai ferri o con qualunque altra cosa sia molto terapeutico...aiuta lo spirito e il corpo. Sferruzzare in compagnia è poi una cosa carina: scambiarsi idee o punti nuovi, oltre a fare quattro chiacchiere è indubbiamente molto simpatico . Se eravamo vicine, tante di noi, chissà che bei pomeriggi avremmo passato insieme.
Ciao Carmen, un bacio e buon fine settimana
Cara Carmen, il lavoro a maglia e uncinetto è stato terapeutico per affrontare il dolore di un aborto che ho subito pochi mesi dopo il matrimonio. Il primo figlio è arrivato a distanza di tre anni ...
RispondiEliminaho creato molto, quindi.
I libri che leggi sono sempre interessanti e stimolanti. Un abbraccio forte.
Felice fine settimana.
Come è vero il titolo del tuo post! Anche per me lavorare all'uncinetto (perché a maglia non ne sono capace) aiuta a liberarmi dallo stress! Grazie per la segnalazione del libro! Dani
RispondiEliminaciao bilibi, grazie per la recensione di quest libro, buttarsi in qualcosa di creativo serve per distrarsi e ritrovare lo spirito per andare avanti, ciao grazie buon week end a presto rosa.))
RispondiEliminaCara Carmen, devo prendere questo libro...Io adoro lavorare a maglia e credo fermamente che sia terapeutico, come forse altre forme di creatività o lavori a mano. Ti da la sensazione che inizi e finisci un lavoro, che non tutto è inutile e che qualche cosa si è riuscite a concludere di positivo. Un abbraccio e grazie per la dritta.
RispondiEliminalavorare a maglia e uncinetto andava moltissimo di moda negli anni Ottanta per cui, io e la mia migliore amica, adolescenti, spesso sferruzzavamo insieme, mentre la mamma ogni tanto ci dava qualche consiglio...te le immagini le diciassettenni di adesso, a sferruzzare sciarpe e maglioni? invece penso che sia davvero un'ottima terapia, rilassa molto, e con un po' di pratica si possono fare delle cose molte carine. L'unica cosa negativa, di questi tempi, è il costo dei materiali, secondo me eccessivo: alla fine conviene comprarseli già fatti!
RispondiEliminaHo lavorato a maglia per anni in maniera compulsiva, poi di botto ho smesso e ho dato via tutta la lana! Come te mi piacerebbe ricominciare creando un club della maglia, ma è solo un sogno!...e poi prima devo andare in pensione!
RispondiEliminalo vado ad acquistare anch'io,sembra bellissimo!!! grazie!! uon fine settimana
RispondiEliminaCiao Carmen, grazie per questa segnalazione! =)
RispondiEliminaDaniela
che bel libro deve essere...mi hai incuriosita parecchio, segno il titolo...grazie per questi suggerimenti che ci dai sempre.
RispondiEliminabaci baci
ah dimenticavo...io lavoro con la macchina da cucire e devo confermare che è vero, passa il tempo, ti distrai, fai delle creazioni...è molto utile per tante cose!
RispondiEliminaMe lo segno... grazie.
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